Operazione anca: linee guida post operazione

Per risolvere il dolore dovuto ad alcune patologie l’operazione di protesi dell’anca è la strada giusta per guarire.

Pubblicato il 01/02/2022

L’anca è l’articolazione più grande del corpo umano che collega la parte superiore agli arti inferiori ed in particolare il bacino al femore, e può essere oggetto di diverse patologie, che potrebbero risolversi con un’operazione chirurgica di protesi d’anca. 

Tra queste patologie troviamo:

  • L’artrosi;
  • L’artrite reumatoide;
  • L’osteoartrosi;
  • La frattura del collo del femore;
  • I tumori.

Ciò che accomuna queste patologie (escluse le ultime due) è il danneggiamento della cartilagine articolare a cui consegue l’infiammazione ed il dolore, che nel tempo può cronicizzarsi. 

Negli stadi avanzati compare deformità articolare e rigidità.

Per risolvere il dolore e tornare alla vita attiva di tutti i giorni l’operazione di protesi dell’anca è la strada giusta da percorrere.

In questo articolo vediamo assieme: 

  1. In cosa consiste l’intervento di protesi d’anca e dove operarsi;
  2. Quali sono i tempi di recupero dopo l’operazione all’anca;
  3. Si possono avere rapporti sessuali dopo la chirurgia d’anca;
  4. Eventuali e rare complicanze dopo l’operazione.

A tutte queste domande trovi risposta proseguendo con la lettura.

1 – In cosa consiste l’intervento di protesi d’anca e dove operarsi?

Decidere di operarsi di protesi all’anca rappresenta un importante passo per guarire e ritornare alla quotidianità senza dolore.

Diventa molto importante scegliere con consapevolezza il centro più adatto alle proprie esigenze.

La protesi dell’anca è una chirurgia del benessere: il suo scopo è quello di inserire una “nuova articolazione” che va a sostituire l’osso o la cartilagine danneggiati.

La protesi d’anca è composta normalmente da 3 elementi:

  • Testina in ceramica posta su uno stelo metallico che va a sostituire la testa del femore danneggiata;
  • Cotile (o coppa metallica o acetabolare) che rimpiazza la cartilagine usurata;
  • Inserto in polietilene (o in ceramica), superficie di scorrimento.

La protesi può essere cementata o non cementata. 

La prima è indicata in pazienti affetti da osteoporosi, pazienti di età avanzata o in caso di particolari conformazioni anatomiche; la seconda è indicata in pazienti giovani o con buona qualità ossea e con conformazione anatomica regolare.

Dove puoi farti operare per la protesi dell’anca?

L’operazione dell’anca rappresenta una delle specializzazioni di Dr. Vanni Strigelli grazie alle moderne tecniche chirurgiche con risparmio dei tessuti e dell’osso, e l’utilizzo di materiali biocompatibili, come le leghe di titanio e la ceramica che garantiscono minor consumo e una maggiore durata nel tempo della protesi.

Il Dr. Vanni Strigelli visita in Toscana in diverse strutture a Firenze e Pontassieve e svolge la sua attività chirurgica presso il Valdisieve Hospital, privatamente e in convenzione con il S.S.N. 

Il Dr. Vanni Strigelli è iper specializzato nella chirurgia a misura di paziente, che apporta diversi benefici:

  • Un percorso personalizzato: valutazione della miglior soluzione chirurgica sia a pazienti giovani che a persone più anziane e scelta del modello protesico più adatto;
  • Trattamento del dolore post operatorio: percorsi personalizzati e tecniche anestesiologiche e farmacologiche di trattamento del dolore post-operatorio;
  • Rapid Recovery: il protocollo che permette di tornare subito a camminare, fare le scale e recuperare velocemente il movimento articolare;
  • Interventi mini invasivi, anche di protesi anca bilaterale: la chirurgia mini invasiva consente di impiantare una protesi anca bilaterale simultanea con un solo intervento;
  • Riabilitazione: per proseguire il ricovero in struttura, a domicilio, o tramite l’applicazione MyMobility, per una realtà paziente-specialista sempre più connessa.

Se vuoi avere maggiori informazioni sui benefici dell’intervento, leggi “Protesi dell’anca dove operarsi“.

2 – Quali sono i tempi di recupero dopo l’operazione all’anca?

Una delle domande della maggior parte dei pazienti è come saranno i tempi di recupero dopo l’operazione.

Negli ultimi dieci anni sono state messe a punto tecniche minimamente invasive che permettono di impiantare con successo le stesse protesi d’anca attraverso un’incisione di dimensioni minori.

I vantaggi sono molteplici:

  • Minor interesse di muscoli;
  • Dolore notevolmente ridotto;
  • Minor sanguinamento;
  • Nessun punto di sutura, ma colla;
  • Ripristino rapido della mobilità;
  • Un ritorno veloce alla vita quotidiana.

La buona riuscita della protesi all’anca non può prescindere, oltre che dall’impianto della protesi stesso, da un’adeguata riabilitazione.

Con il metodo del Rapid Recovery del Dr. Vanni Strigelli non dovrai assolutamente smettere di camminare, perchè ti puoi alzare e fare i primi passi già dopo poche ore dall’intervento.

Le protesi moderne, infatti, hanno una stabilità ottima fin da subito e consentono di essere caricate con il 100% del peso poche ore dopo l’intervento.

Il recupero completo dopo la protesi d’anca.

La durata del recupero dopo un intervento di protesi d’anca è variabile da persona a persona, ma è piuttosto breve.

L’organismo necessita di tempo per “abituarsi” alla protesi e soprattutto per fare sì che questa si integri con l’osso del paziente, ma in linea di massima i pazienti, con un’adeguata fisioterapia, hanno una ripresa funzionale in 30-35 giorni.

Per contrastare ed alleggerire i sintomi, è essenziale mantenere una dieta e un peso equilibrato e fare una regolare attività fisica che mantenga una buona mobilità.

La prima fase prevede esercizi specifici mirati al recupero della mobilità e del tono muscolare associati a un parziale riposo.

Gli esercizi di stretching ti permettono di migliorare la flessibilità dei muscoli posteriori dell’anca, ridurre i traumi e prevenire infortuni.

Quelli per il rinforzo muscolare invece, per stabilizzare l’articolazione e stimolare la mobilità: in questo modo il dolore sarà limitato e una postura il più possibile corretta. 

Per quanto riguarda l’attività sportiva, non esistono particolari controindicazioni, ma la parola d’ordine è cautela: sì ad una ripresa progressiva e con tempi diversi a seconda del tipo di attività.

Ci sono attività ideali per tornare a camminare con maggior facilità, ad esempio, gli esercizi in acqua, il nuoto e la bicicletta, che rafforzano il core.

È necessario far revisionare la protesi dopo qualche anno?

Nella maggioranza dei casi assolutamente no.

Le tecnologie impiegate e l’uso di materiali innovativi, sempre più resistenti all’usura, sono stati il campo dei miglioramenti più evidenti per garantire la durata degli impianti.

Così i pazienti non devono subire ulteriori interventi per sostituire la protesi con una nuova, perché la sua durata è stata accertata superiore ai 30 anni. 

Se desideri avere altre informazioni sui tempi di recupero dopo l’operazione all’anca, puoi leggere “Operazione anca tempi di recupero”

3 – Si possono avere rapporti sessuali dopo la chirurgia d’anca?

I rapporti sessuali sono una parte importante della vita che contribuiscono al benessere fisico e mentale di ogni persona, ma spesso sono vissuti come argomenti imbarazzanti per parlane con il proprio medico.

Essere preoccupati della propria attività sessuale, e di quella del partner, dopo l’operazione di protesi dell’anca, è assolutamente normale e comune.

E riuscire ad esprimere i propri timori al chirurgo è un ottimo modo per ritornare all’attività sessuale in modo sicuro, sia dopo un’operazione all’anca che in caso di artrosi, perché può prevenire le complicazioni. 

Il trattamento chirurgico, il dolore e la rigidità per la presenza di artrosi, determinano sicuramente un impedimento fino all’impossibilità di una regolare attività fisica come quella sessuale.

In realtà, la ripresa dell’attività sessuale dopo il posizionamento di protesi d’anca può realizzarsi già dopo pochissimo tempo dall’intervento, seguendo tempistiche e accorgimenti necessari. 

Dopo quanto tempo puoi tornare all’attività sessuale?

Per fare sesso in tutta serenità, devi prestare attenzione ad una serie di movimenti finché la tua anca non è considerata fuori dal rischio di lussazione.

Esistono diverse “vie d’accesso” all’anca: ciascun accesso (anteriore, laterale o postero-laterale) ha un diverso movimento lussante. 

Consideriamo l’accesso postero-laterale.

La protesi, una volta impiantata, permette di camminare e fare le scale con tutto il peso del corpo sulla gamba operata: è fin da subito solidale con l’osso e non vi è rischio di spostarla o di danneggiarla con l’attività sessuale. 

C’è un rischio minimo di lussazione dell’impianto, in particolare durante i movimenti combinati di flessione, adduzione ed intrarotazione, ma si tratta di un movimento innaturale. 

I pazienti sono addestrati duranti i giorni di ricovero in ospedale su quali movimenti evitare.

Quindi non c’è alcun rischio nell’attività sessuale: c’è da fare attenzione ed evitare alcuni movimenti, quelli che potrebbero esporvi al rischio di lussazione dell’anca.

Anzi, la maggior parte dei pazienti, sperimenta un miglioramento complessivo della propria vita sessuale dopo la protesi all’anca, ma ci sono comunemente alcune paure nello svolgere l’attività sessuale nell’immediato post-operatorio.

Uno studio pubblicato sul Journal of Arthroplasty raccomanda di evitare le seguenti posizioni:

  • In ginocchio con il partner dietro;
  • In ginocchio sul partner;
  • Sul fianco, faccia a faccia.

Come regola generale, il partner con la protesi d’anca dovrebbe evitare la flessione estrema dell’articolazione soprattutto se associata ad adduzione ed intrarotazione dell’anca. 

La posizione di sicurezza è mantenere l’anca leggermente abdotta ed extraruotata e sono inoltre consigliate per il primo periodo posizioni rilassate e passive.

Raccomandazioni generali

La raccomandazione di base è procedere con cautela e fermarsi in caso di dolore o insicurezza.

Perchè le protesi totali d’anca rappresentano una delle operazioni chirurgiche di maggior successo eseguite oggi, ma ci vuole tempo perché il corpo si abitui alla nuova articolazione.

Leggi anche questo articolo per conoscere di più come affrontare serenamente il sesso dopo l’operazione all’anca

4 – Eventuali e rare complicanze dopo l’operazione

La protesi d’anca è uno degli interventi più sicuri ed efficaci della chirurgia moderna, che ha trasformato la vita di milioni di pazienti.

La percentuale di rischi e complicanze sono estremamente basse, ma per correttezza e completezza di informazione, è giusto che tu sia a conoscenza anche delle complicanze.

Sono eventi rari, spesso temporanei e curabili, soprattutto se prontamente riconosciuti.

Conoscerle significa essere preparati e consapevoli e vivere serenamente il decorso post-operatorio, vediamole assieme:

  • Infezione: caratterizza qualsiasi intervento chirurgico, è molto rara e misure preventive estensive sono prese prima, durante e dopo l’intervento. Gonfiore, arrossamento e crescente dolore all’anca sono i principali segnali dell’infezione. Quelle superficiali possono essere trattate con antibiotici; quelle profonde richiedono la pulizia della ferita, ma anche talvolta l’asportazione della protesi per guarire.
  • Lussazione: si presenta quando la testa dell’impianto fuoriesce dalla sua sede naturale, la coppa. Il rischio è maggiore nel primo mese post-operatorio. Ci sono molte strategie preventive: il corretto posizionamento delle componenti protesiche, il bilanciamento dei tessuti molli e l’istruzione del paziente.
  • Complicanze tromboemboliche: ridotte grazie all’utilizzo di eparina dalla sera prima dell’intervento e continuata per circa 4 settimane, visita angiologica con ecodoppler degli arti inferiori preoperatoria e postoperatoria, calze elasto-compressive se indicate e mobilizzazione precoce del paziente. Quando si sviluppa all’interno delle vene delle gambe si parla di trombosi venosa profonda, se all’interno dei polmoni di embolia polmonare.
  • Sanguinamento: è una complicazione comune a molti interventi chirurgici. Nel percorso di Rapid Recovery sono attuate molte strategie di prevenzione al sanguinamento e meno del 1% dei pazienti necessitano di una trasfusione. 
  • Frattura: la maggior parte si verificano in genere a livello del femore, ma possono verificarsi anche a livello del cotile. Quelle minori possono essere lasciate guarire spontaneamente o trattate con viti, fili o cerchiaggi, mentre quelle maggiori possono richiedere la revisione dei componenti, innesti ossei e mezzi di sintesi aggiuntivi.
  • Lesione nervosa: la più comune è la lesione del nervo sciatico ed in particolare le fibre del nervo sciatico popliteo esterno, con la conseguente impossibilità di sollevare il piede. È rara e nella maggior parte dei casi è transitoria.
  • Differenza di lunghezza degli arti inferiori: molti pazienti avvertono la sensazione che l’arto operato sia più lungo, sensazione che diminuisce fino ad annullarsi. Sfortunatamente in alcuni pazienti è necessario allungare leggermente l’arto inferiore per garantire maggiore stabilità della protesi.
  • Gonfiore della coscia ed ematoma: prevista dopo qualsiasi operazione protesica talvolta associata ad un ematoma intorno alla ferita.
  • Usura della protesi: l’usura e le sue conseguenze sono fenomeni inevitabili dopo 20-25 anni dall’intervento.

Come proteggere la protesi dopo l’operazione?

Con alcuni accorgimenti, puoi proteggere e conservare nel migliore dei modi la tua protesi:

  • Un peso adeguato;
  • Esercizio fisico leggero e regolare;
  • Mantenere la giusta forza e mobilità dell’anca;
  • Precauzioni per evitare cadute e infortuni;
  • Consultare il chirurgo ortopedico periodicamente per valutare l’andamento;
  • Radiografie di controllo.

L’operazione dell’anca, nonostante rare complicazioni, che puoi approfondire in questo articolo, rimane uno degli interventi di maggior successo della medicina e ti garantisce la guarigione dall’artrosi.