esercizi post degenza protesi anca

Quanto dura la degenza di riabilitazione dopo una protesi all’anca?

La protesi d’anca è un’operazione di gran successo nei reparti di chirurgia ortopedica. Quanto dura la degenza dopo la protesi?Il Dr. Vanni Strigelli ci aiuta a tracciare un quadro completo. 

La protesi d’anca è un’operazione chirurgica molto diffusa che registra il maggior tasso di successo nei reparti di chirurgia ortopedica in Italia.

Una prestigiosa rivista scientifica “The Lancet” ha definito l’intervento di protesi totale come l’intervento del secolo, in grado di risolvere la disabilità ed il dolore d’anca.

Uno dei quesiti della maggior parte dei pazienti è sulla durata della degenza di riabilitazione post chirurgia. E come saranno i tempi di recupero.

Ad oggi sempre più persone ricorrono alla protesi per risolvere in maniera definitiva le patologie articolari più invalidanti, come l’artrosi degenerativa. 

Il Dr. Vanni Strigelli ci aiuta a tracciare un quadro completo. 

Vediamo insieme a lui nel dettaglio: 

1 – Chi ha bisogno dell’intervento protesico dell’anca?

Se l’anca è danneggiata dall’artrosi, da una frattura o da altre condizioni, attività quotidiane come camminare, guidare e fare le scale, diventano dolorose e complicate.

A causa della rigidità risulta difficile anche vestirsi, indossare le scarpe, fare l’amore. 

Fino ad arrivare ad avvertire dolore e disagio anche durante il riposo e la notte. 

Se con le terapie conservative – farmaci, cambiamenti dello stile di vita nella quotidianità, uso di supporti come bastoni o stampelle, non riesci a alleviare questi sintomi, inizia valutare, assieme allo specialista ortopedico, l’idea di un intervento protesico dell’anca. 

È molto importante individuare tutti gli elementi di rischio e i potenziali benefici dell’intervento che, tenendo conto della gravità della malattia, dell’età e delle caratteristiche psico-fisiche del paziente, sono il dato su cui fondare la decisione.

L’operazione ti consente di far scomparire del tutto il dolore, migliorare il movimento e farti tornare alle normali attività quotidiane. 

E’ una procedura sicura ed efficace che ti fa recuperare la qualità della tua vita grazie all’uso di materiali e tecniche all’avanguardia. 

Infatti, grazie alle ultime protesi di dimensioni ridotte, realizzate con materiali biocompatibili ed evoluti, è possibile intervenire con la chirurgia mini invasiva, andando a velocizzare i tempi di recupero.

Quando consiglio l’operazione di protesi dell’anca?

Non è una brutta radiografia che porta all’intervento chirurgico, ma sono invece sintomi importanti come dolore e rigidità che compromettono la qualità della vita del paziente. 

Per questo ci sono diversi motivi per cui raccomando un intervento chirurgico per la sostituzione dell’anca:

  • Dolore resistente alle terapie antidolorifiche, che non danno più sollievo;
  • Mobilità articolare limitata;
  • Compromissione delle attività quotidiane;
  • Difficoltà significativa ad alzarsi dalla posizione seduta;
  • Difficoltà a dormire sia di giorno che la notte per il dolore continuo;
  • Dolore a camminare;
  • Limitato o nessun beneficio dai trattamenti conservativi.
  • L’intervento permette di togliere dolore e rigidità e di migliorare la qualità della vita e l’autonomia del paziente: tutti possono guarire con la protesi dell’anca.

Avere a disposizione una soluzione efficace come la chirurgia, vuol dire avere la possibilità di tornare a godersi pienamente le proprie giornate e riprendere a camminare senza dolore.

Leggi anche questo articolo per approfondire.

2 – Come si svolge l’intervento?

La protesi è personalizzata e la scelta dipende dalle caratteristiche, dalle esigenze e dal sesso del paziente. 

Ad esempio, una signora di 85 anni e un peso di 60 kg, avrà esigenze diverse da un uomo di 52 anni che pesa 85 kg.

La qualità dell’osso influisce sulla scelta dell’impianto, nell’uomo giovane con osso sano possono essere usate protesi piccole che si ancorano a pressfit, mentre nei casi di osteoporosi grave, è più corretto utilizzare del cemento per fissare l’impianto.

Tutti noi abbiamo geometrie articolari diverse che devono essere studiate e comprese in modo da scegliere il modello di protesi che meglio si presta a ricostruirle.

La protesi è composta da 3 elementi:

  • Testina in ceramica posta su uno stelo metallico che va a sostituire la testa del femore danneggiata. Gli steli sono solitamente in lega di titanio o cromo cobalto, materiali tra i più forti e biocompatibili sul mercato; 
  • Cotile (o coppa metallica o acetabolare) che rimpiazza la cartilagine usurata su bacino, composto in genere, da una lega di titanio; 
  • Inserto acetabolare in polietilene (o talvolta in ceramica).

L’intervento di protesi d’anca

L’intervento di protesi dell’anca è pianificato attraverso uno studio radiografico preoperatorio su specifiche radiografie che permettono al chirurgo di stabilire la protesi adatta al paziente.

Prima del ricovero è eseguita la preospedalizzazione per valutare lo stato di salute generale.

Solitamente viene utilizzata l’anestesia spinale per l’intervento, tramite la quale saranno addormentate le gambe per qualche ora. Chi sperimenta ansia può chiedere di essere addormentato.

Oltre all’incisione cutanea di dimensioni ridotte, le tecniche mini-invasive sono caratterizzate dal rispetto dei tessuti sottocutanei come tendini e muscoli che sono risparmiati durante l’intervento.

Tradizionalmente la chirurgia dell’anca richiede un’incisione di 20-30 centimetri e un periodo di tempo per la guarigione che va da 3 a 4 mesi.

Le nuove tecniche minimamente invasive invece, permettono di impiantare con successo le protesi d’anca attraverso un’incisione di dimensioni minori, circa 10 cm, chiusa con la colla, con un risparmio di osso grazie a protesi di dimensioni ridotte, soprattutto sul femore.

Nella protesi dell’anca l’osso e la cartilagine irrimediabilmente danneggiati vengono rimossi e sostituiti mediante l’impianto di componenti protesiche fissate saldamente all’osso. 

L’obiettivo è creare una nuova articolazione stabile.

Come può essere schematizzato l’intervento?

L’intervento, della durata di circa 45-60 minuti, può’ essere schematizzato in:

  • Anestesia;
  • Posizionamento del paziente sul tavolo operatorio sul fianco;
  • Disinfezione dell’arto;
  • Incisione cutanea;
  • Rimozione dell’osso e della cartilagine usurati;
  • Posizionamento delle componenti protesiche;
  • Chiusura della cute con colla;

Alla fine si esegue la radiografia post-operatoria per confermare la riuscita dell’intervento.

Per altre informazioni leggi questo articolo.

3 – Quali sono i vantaggi delle protesi di ultima generazione?

Ad oggi sono sempre più numerosi anche gli interventi di protesi dell’anca su giovani e sportivi, che vogliono tornare velocemente ad una vita attiva.

Grazie alla protesi d’anca di ultima generazione, tutto questo è possibile.

I vantaggi sono: tempi di recupero più veloci, durata dell’impianto più lunga, diminuzione dello stress per il paziente.

La possibilità di ridurre la durata della degenza è indubbiamente un fattore importante anche per la riduzione dei costi ospedalieri. 

I progressi dell’intervento 

Ci sono tre fattori che hanno contribuito al progresso di questo intervento.

  • Vie d’accesso mininvasive all’articolazione dell’anca: quella postero laterale modificata e quella anteriore, che permettono di arrivare all’articolazione diminuendo l’aggressività sui tessuti molli, tendini e muscoli, riducendo il sanguinamento, il dolore post operatorio ed il rischio di lussazione dell’anca. Lasciano una minima cicatrice.
  • Innovazione dei design protesici: steli sempre più piccoli e meno invasivi permettono accessi chirurgici più piccoli oltre che un importante risparmio d’osso.
  • Migliori materiali protesici: è il campo dei miglioramenti più evidenti per garantire la durata degli impianti. L’accoppiamento più utilizzato e’ quello che prevede la testa femorale in ceramica – resistentissima all’usura – con un inserto acetabolare in polietilene.

La durata media di un impianto realizzato a regola d’arte, in un paziente che pratica uno stile di vita corretto, è superiore ai 30 anni.

Ci sono diversi fattori che incidono sulla sua durata:

  • Traumi;
  • Peso;
  • Sollecitazioni eccessive;
  • Altre complicanze specifiche.

Ogni tipologia di protesi è ottima sia in termini di affidabilità, che di sicurezza e presenta delle caratteristiche che la rendono ideale al tipo di paziente e alla geometria della sua anca. 

Per questo ogni intervento è personalizzato sul paziente.

Una volta impiantata la protesi si ottiene una stabilità tale da poter permettere al paziente di caricare sull’articolazione operata dal primo giorno dopo l’intervento, importante soprattutto per le persone anziane che hanno bisogno di camminare il prima possibile.

Se vuoi sapere tutti i vantaggi leggi anche questo articolo.

4 – I tempi di degenza di riabilitazione

Con il metodo del Rapid Recovery adottato dal Dr. Vanni Strigelli i tempi di recupero sono molto più veloci rispetto alla chirurgia tradizionale.

Puoi alzarti già dopo 5 /6 ore dall’intervento, senza catetere vescicale, né punti sulla ferita e con minor sanguinamento e dolore: il tutto per un recupero più breve. 

Solitamente fai ritorno a casa tra il terzo e il quinto giorno giorno post-operazione, dove continuerai a seguire le indicazioni del fisioterapista.

La riabilitazione nel post operatorio ha l’obiettivo primario di:

  • Recuperare l’autonomia nelle attività quotidiane;
  • Ridare mobilità all’articolazione e tono muscolare;
  • Tornare serenamente alla vita di sempre.

La degenza ospedaliera nel reparto di Ortopedia vero e proprio è molto breve e si aggira tra i 3 e i 5 giorni. 

Quando puoi iniziare la riabilitazione dopo l’intervento?

Subito!

Dopo un intervento chirurgico di protesi d’anca, la riabilitazione e gli esercizi di fisioterapia sono una parte fondamentale del processo di cura fisica e psicologica.

Il percorso inizia in camera con il fisioterapista che effettua mobilizzazione passiva e attiva assistita del distretto articolare e si insegnano i primi spostamenti da compiere mentre il paziente è ancora a letto. 

Durante la prima giornata il paziente impara a gestire la capacità di mettersi seduto, sul fianco, di alzarsi e di andare in bagno, utilizzando correttamente gli ausili.

Una volta raggiunta l’autonomia durante i passaggi posturali e la camminata, si effettua il trattamento in palestra, in base alla valutazione fatta precedentemente.

Inizia così il Programma riabilitativo Individualizzato con l’obiettivo di riprendere le attività di vita quotidiana, riattivare la muscolatura e raggiungere il maggior grado possibile di articolarità del distretto operato.

Evita la sedentarietà sia prima che dopo l’impianto di protesi: prima inizi la rieducazione ai movimenti corretti e migliore sarà il decorso post operatorio e i risultati della riabilitazione.

Un altro elemento chiave è adottare uno stile di vita sano e un regime alimentare equilibrato che consenta di non aumentare di peso e compromettere i risultati dell’intervento.

Prima della dimissione viene effettuata la valutazione fisioterapica finale e consegnato un protocollo di esercizi da effettuare tornati a casa in modo continuativo. 

La riabilitazione dopo l’intervento protesico dura circa 8 settimane con 15-20 sedute ambulatoriali benché talvolta siano sufficienti un numero inferiore di incontri.

La durata di ogni singola seduta di riabilitazione post operatoria è di circa un’ora; il tempo esatto dipende dal programma riabilitativo individualizzato impostato.

Quali sono i tempi di ripresa?

I tempi di ripresa variano sulla base delle condizioni cliniche del paziente.

In linea di massima i tempi di recupero possono essere i seguenti:

  • Autonomia per passaggi posturali e movimento– 5 giorni;
  • Autonomia per le attività di vita quotidiana – 10/15 giorni, a seconda di età, peso, prestanza fisica pre operatoria;
  • Camminata senza supporto – dipende da caso a caso, da 10 giorni a 1 mese;
  • Guidare l’auto – da 2 settimane a un mesi se le condizioni lo permettono, per la sicurezza propria ed altrui;
  • Lavorare – dai 45 giorni ai tre mesi a secondo del lavoro;
  • Tornare alla “normalità”  – da 2 mesi a 6 mesi.

Come chirurgo ultra specialista di anca il Dr. Vanni Strigelli pone sempre grande attenzione alle innovazioni tecnologiche, che i pazienti richiedono sempre di più.

Se vuoi avere altre informazioni sulla degenza di riabilitazione dopo la protesi dell’anca, ti consiglio di rivolgerti direttamente al Dr. Vanni Strigelli attraverso questa pagina.