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Protesi anca di ultima generazione, per una maggior durata.

Sono sempre piu’ numerosi gli interventi su giovani e sportivi, che necessitano di tornare ad una vita attiva, grazie alle protesi di ultima generazione.

Ogni anno, nel mondo, vengono effettuati oltre 600.000 interventi protesici dell’anca.

Una prestigiosa rivista scientifica “The Lancet” ha definito l’intervento di protesi totale dell’anca come l’intervento del secolo.

E’ un intervento di grande successo in grado di risolvere la disabilità’ ed il dolore d’anca.

L’intervento, nel tempo, ha subito diverse modifiche sia dal punto di vista tecnico chirurgico che dei materiali.

Fino a pochi decenni fa, l’operazione era destinata principalmente a persone anziane.

Si interveniva quando la patologia degenerativa artrosica impediva loro di camminare, limitava la mobilità nelle attività quotidiane e soprattutto, impediva una vita serena senza dolore e senza bisogno di aiuto. 

Ad oggi, sono sempre piu’ numerosi interventi che vengono effettuati su pazienti giovani, anche sportivi, che necessitano di tornare ad una vita attiva senza avere più limitazioni funzionali.

Grazie alla protesi d’anca di ultima generazione, tutto questo è possibile.

I tempi di recupero sono più veloci, la durata dell’impianto è più lunga, ed è diminuito lo stress per il paziente.

La possibilità di ridurre la durata della degenza per questo tipo di ricoveri è indubbiamente un fattore importante anche per la riduzione dei costi ospedalieri. 

I progressi dell’intervento 

Ci sono tre fattori che hanno contribuito al progresso di questo intervento.

Vie d’accesso mininvasive all’articolazione dell’anca

Le vie di accesso mininvasive sono due, quella postero laterale modificata e quella anteriore. 

Entrambe permettono di arrivare all’articolazione diminuendo l’aggressività sui tessuti molli, tendini e muscoli, riducendo il sanguinamento, il dolore post operatorio ed il rischio di lussazione dell’anca.

Questo aiuta a riprendere velocemente la propria vita.

Queste due vie d’accesso hanno anche il vantaggio di lasciare una cicatrice molto piccola in rapporto alla struttura fisica del paziente.

Innovazione dei design protesici

Steli sempre più piccoli e meno invasivi permettono accessi chirurgici più piccoli oltre che un importante risparmio d’osso

Cio e’ reso possibile dalle migliori conoscenze scientifiche ed ingegneristiche sui materiali. 

Qualora fosse necessaria la sostituzione dello stelo femorale per una complicazione insorta, sarà’ possibile estrarre uno stelo mini-invasivo e posizionare uno stelo tradizionale.

Intervento molto meno aggressivo della revisione con steli lunghi normalmente necessari.

Migliori materiali protesici

Lo studio e la realizzazione di materiali sempre più resistenti all’usura, è stato il campo dei miglioramenti più evidenti per garantire la durata degli impianti.

Gli steli femorali moderni hanno dei rivestimenti osteointegrati che si ancorano saldamente e velocemente all’osso e che ne diventano parte.

Le coppe acetabolari sono costruite in titanio con una conformazione tridimensionale simile all’osso che in poco tempo lo ingloba, crescendo dentro ed intorno.

L’accoppiamento più utilizzato e’ quello che prevede la testa femorale in ceramica (resistentissima all’usura) con un inserto acetabolare in polietilene. 

I moderni polietileni sono lavorati in maniera tale da garantire enorme resistenza all’usura e agli stress ossidanti, con una durata nettamente superiore ai polietileni di vecchia generazione.

La durata è stata accertata superiore ai 30 anni. 

Una volta impiantata la protesi si ottiene una stabilità tale, da poter permettere al paziente di caricare sull’articolazione operata dal primo giorno dopo l’intervento, importante soprattutto per le persone più anziane che necessitano di camminare il prima possibile.

In caso in cui il paziente sia portatore di grave coxartrosi bilaterale, si può prevedere la riprotesizzazione di entrambe assieme.

Questo è possibile grazie alle tecniche mininvasive ed è consigliato in pazienti in buone condizioni generali.

Protesi anca mini invasiva: in che consiste?

Si tratta di una tecnica che consente di sostituire l’articolazione con protesi artificiali sicure e durature ripristinando la funzionalità delle articolazioni.

La sostituzione protesica dell’anca con tecnica mini invasiva è la tecnica di ultima generazione, ma non una novità per tanti chirurghi ortopedici che eseguono interventi di questo tipo con successo da anni.


La tecnica mini invasiva e’ un intervento sicuro, veloce con tempi di recupero rapido.

Deve essere eseguito in strutture specializzate da chirurghi specializzati e con protesi moderne, caratterizzate da buoni materiali e garanzia di durata nel tempo.
La convalescenza è rapida, il paziente può iniziare la fisioterapia il giorno stesso dell’intervento e camminare senza stampelle già dopo 3-4 giorni dall’operazione.

Tutti i vantaggi 

La protesi anca realizzata per interventi mini invasivi è più piccola di quella tradizionale, realizzata in titanio ceramica e polietilene.

Questa protesi di ultima generazione permette un’incisione minima (7-10 cm contro i 20-30 della tecnica classica) che riduce la dimensione della cicatrice.

Risparmia muscoli, cartilagine e parti ossee e questo si traduce in meno dolore e meno sanguinamento.


L’intervento mini invasivo riduce inoltre il dolore, le perdite di sangue, la permanenza in ospedale ed i tempi di recupero.

I risultati della chirurgia protesica dell’anca sono eccellenti e duraturi nel tempo.

La durata media di una protesi d’anca ad oggi 

Le innovazioni tecnologiche hanno allungato la durata di una protesi assicurando la massima sicurezza per il paziente per molti anni.

La durata media un impianto realizzato a regola d’arte, in un paziente che pratica uno stile di vita corretto, è superiore ai 25 anni.

Ci sono diversi fattori che incidono sulla sua longevità:

  • Traumi;
  • Peso;
  • Sollecitazioni eccessive;
  • Altre complicanze specifiche.

Tutti i materiali sono soggetti ad usura, ma le innovazioni tecnologiche in questo campo offrono vantaggi in termini di resistenza, biocompatibilità’ e durata.

Ogni tipologia di protesi oggi è potenzialmente ottima sia in termini di affidabilità, che di sicurezza, e presenta delle caratteristiche che la rendono ideale o meno al tipo di paziente e alla geometria della sua anca. 

Per questo ogni intervento è personalizzato sul paziente.

Come è composta la protesi?

La protesi d’anca e’ normalmente composta dai seguenti materiali:

  • Titanio;
  • Ceramica;
  • Polietilene.

Quando si parla di materiali per le protesi d’anca di ultima generazione, ci si riferisce ad una combinazione di elementi: il tipo di stelo e il tipo di cotile.

Ogni paziente ha la sua protesi, dipende dalla forma dell’articolazione, dalla qualità’ dell’osso e dall’età del paziente. 

L’intervento chirurgico inizia con planning digitale in cui il chirurgo scegli l’impianto più’ adeguato per quel paziente. 

La scelta della combinazione di materiali dipende dall’età del paziente, dal tipo di patologia, dallo spazio a disposizione e da eventuali altre patologie presenti nel soggetto.

I materiali più utilizzati sono l’accoppiamento ceramica-ceramica (un’opzione nei giovani) e l‘accoppiamento ceramica-polietilene (il più diffuso).

Le protesi d’anca di ultima generazione sono decisamente durature perché vengono realizzate con materiali migliori rispetto al passato. 

Ma il paziente deve avere riguardo della propria protesi facendo sì attività fisica, ma in modo prudente e responsabile.

L’impianto di una protesi di ultima generazione è una caratteristica del metodo del Dr. Vanni Strigelli: scopri di più alla pagina dedicata all’intervento di protesi.