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Protesi del ginocchio: una chirurgia di gran successo

La protesi di ginocchio consente la guarigione dall’artrosi ed è una delle procedure mediche più affidabili che ha trasformato le vite di molti pazienti.

La protesi del ginocchio è una chirurgia di gran successo, eseguita su migliaia di pazienti in tutto il mondo.

Consente la guarigione dall’artrosi di ginocchio, eliminano il dolore e la rigidità: è oramai, una delle procedure mediche più affidabili e prevedibili che ha trasformato le vite di molti pazienti, permettendo loro di ritornare ad una vita attiva senza dolore.

L’intervento permette di guarire dalle patologie croniche degenerative della cartilagine come l’artrosi, ma è anche la terapia risolutiva di patologie acute come, ad esempio, la necrosi ossea.

Nella protesi totale di ginocchio le cartilagini e l’osso danneggiati dalla malattia vengono asportati e sostituiti dalla protesi

In pazienti selezionati è possibile utilizzare una protesi parziale, chiamata anche monocompartimentale, la più piccola protesi di ginocchio impiantabile: è un dispositivo mininvasivo che rispetta l’anatomia e permette una guarigione in tempi molto rapidi.

Tipologie di interventi: trattamento conservativo o chirurgia?

Nella maggior parte dei casi la protesi di ginocchio è consigliata nei casi di artrosi in uno stato avanzato e soprattutto, quando la terapia conservativa fallisce, (infiltrazioni, fisioterapia, farmaci ecc ) e non risulta più efficace.

L’artrosi del ginocchio, o gonartrosi, è una patologia degenerativa cronica caratterizzata dalla progressiva distruzione della cartilagine articolare a cui consegue deformità dell’articolazione, infiammazione e dolore.

Il dolore più essere diffuso a tutto il ginocchio o essere localizzato nella parte interna (artrosi mediale), nella parte esterna (artrosi laterale isolata) oppure anteriore.

Nelle prime fasi l’artrosi può trarre beneficio con:

  • La perdita di peso; 
  • La riabilitazione, mirata al rinforzo muscolare e allo stretching;
  • L’utilizzo di integratori per la cartilagine;
  • Crioterapia (borse di ghiaccio); 
  • Antinfiammatori;
  • Infiltrazioni di farmaci nell’articolazione.

Quando la malattia progredisce, diventa impossibile praticare sport e camminare o fare le scale senza dolore. 

Alcuni pazienti possono sperimentarlo anche di notte, con difficoltà a riposare e ad alzarsi dalla posizione seduta.

Negli stati avanzati, sfortunatamente, i trattamenti conservativi non risultano più efficaci e la chirurgia protesica risulta necessaria.

La chirurgia protesica

Per i pazienti che hanno sviluppato artrosi diffusa del ginocchio o che sono affetti da malattie autoimmuni, come l’artrite reumatoide, è consigliata la protesi totale.

Invece i pazienti con artrosi di una sola porzione di ginocchio possono beneficiare di una protesi monocompartimentale che garantisce un recupero ancora più rapido.

Per identificare i candidati alla chirurgia protesica, lo specialista ortopedico deve visitare il paziente e visionare le radiografie del ginocchio eseguite in piedi, dette “sotto carico”. 

La visita ambulatoriale con l’ortopedico è il primo punto per valutare la necessità della protesi di ginocchio; è infatti importante tener presente che non tutti i pazienti necessitano di chirurgia e non tutti i dolori al ginocchio possono essere guariti dalla protesi.

Identificare un chirurgo specialista in chirurgia protesi del ginocchio è la migliore garanzia di un buon risultato.

L’intervento è consigliato quando alla radiografia è presente un’artrosi grave con contatto osso su osso ed in presenza di qualsiasi dei seguenti sintomi:

  • Dolore resistente alle terapie antidolorifiche;
  • Dolore costante anche a riposo;
  • Difficoltà a rimanere in piedi per lungo tempo;
  • Inabilità nelle attività quotidiane come camminare o fare le scale;
  • Dolore a camminare;
  • Difficoltà significativa ad alzarsi dalla posizione seduta
  • Difficoltà a dormire la notte a causa del dolore
  • Mobilità articolare limitata che compromette le attività quotidiane
  • Nessun beneficio oppure beneficio limitato dalla fisioterapia e dai trattamenti conservativi.

Caratteristiche della protesi di ginocchio

Come abbiamo visto, le terapie conservative aiutano a stare un po’ meglio, ma l’unico modo per guarire definitivamente dall’artrosi è la chirurgia protesica del ginocchio.

La protesi totale di ginocchio è costituita da 4 componenti:

  1. Lo scudo femorale è in metallo, solitamente titanio, rivestito di leghe che diminuiscono l’attrito e l’usura durante il movimento. (una delle più comuni è il cromo-cobalto). Una volta posizionato avvolge la parte articolare del femore.
  1. La componente tibiale è composta in titanio e normalmente ha un piccolo stelo che entra per pochi centimetri nell’osso della tibia per aumentare la stabilità.
  1. Sulla componente tibiale è posizionato un inserto in polietilene, un materiale plastico di altissima resistenza che sviluppa pochissimo attrito durante il movimento della protesi.
  1. La componente rotulea è un bottone in polietilene che viene applicato sulla rotula quando anche quest’osso è danneggiato dall’artrosi o nei casi in cui l’articolazione è affetta da una malattia reumatologica.

In caso di protesi totale tutta la superficie del ginocchio è rivestita dalla protesi; nel caso di protesi compartimentale solo la parte del ginocchio danneggiata, mentre la parte restante non subisce modifiche.

In più, ogni protesi è personalizzata in base alle necessità del paziente. 

Non esiste infatti la protesi giusta per tutti i pazienti, il percorso di cura deve essere personalizzato proprio a partire dalla scelta dell’impianto.

Come si svolge la chirurgia di protesi al ginocchio?

Lo sforzo del chirurgo ortopedico è indirizzato a garantire la sicurezza ed il benessere del paziente durante la chirurgia. 

L’intervento inizia con la somministrazione dell’anestesia: quella più sicura e più utilizzata è la puntura spinale, una singola iniezione nella parte bassa della colonna vertebrale con un ago sottilissimo, associata ad un sedativo qualora il paziente volesse dormire. 

L’anestesia spinale è indolore, riduce i rischi di trombosi venosa e di sanguinamento e migliora il controllo del dolore post-operatorio.

Dopo che il paziente è posizionato sul letto operatorio e l’arto disinfettato, si procede a sostituire le parti danneggiate con le componenti protesiche. 

L’intervento, della durata all’incirca di un’ora, termina con la sutura dell’incisione e la sua medicazione.

Infine la fase di risveglio può avere una durata variabile.

Da quando il paziente lascia il reparto al momento in cui vi rientra, passano circa 2-3 ore:  rientro dalla sala operatoria che avviene senza catetere vescicale e senza drenaggio chirurgico.

Svanito l’effetto dell’anestesia, il paziente può alzarsi e camminare con i fisioterapisti: il giorno successivo potrà camminare un tratto maggiore, ed il giorno dopo, anche fare le scale.

Complessivamente il ricovero dura 3-4 giorni. 

Se utile, è possibile prolungare il ricovero per la fisioterapia; altrimenti, è possibile iniziare un percorso di fisioterapia ambulatoriale o al domicilio, anche tramite l’app MyMobility, adottata dal Dr. Vanni Strigelli.

I moderni materiali e i design evoluti delle protesi moderne permettono una lunga sopravvivenza dell’impianto.

Le protesi, infatti, durano più di 20 anni nel 90% dei pazienti e più di 25 nell’80% dei pazienti. 

È importante compiere con regolarità annuale la radiografia di controllo e la visita ortopedica di controllo.

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