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La gestione del dolore post operatorio dopo l’intervento di protesi

Il dolore post operatorio dopo un intervento di protesi d'anca o di ginocchio è ben tollerato dal paziente. Vediamo come.

La protesi d’anca o del ginocchio sono interventi chirurgici durante i quali si sostituisce l’articolazione malata con una protesi artificiale, realizzata con materiali differenti.

La più comune fra le malattie articolari che può’ essere curata mediante l’impianto di una protesi articolare è l’artrosi.

La chirurgia protesica e’ considerata una chirurgia maggiore.

Grazie agli avanzamenti tecnologici e agli approcci medici e chirurgici moderni o mini invasivi, e’ diventata ben tollerata dal paziente.

Il dolore post operatorio è ben controllato dalla terapia farmacologica.

L’obiettivo principale è riportare i pazienti alla loro vita normale incrementando la funzionalità ed eliminando il dolore preoperatorio.

Per farlo è necessario un intervento che negli ultimi anni è diventato più semplice per il paziente, con meno dolore, minor sanguinamento e recupero veloce della propria autonomia.

Il dolore post-operatorio e’ una delle comuni paure del paziente che lo porta a rimandare l’intervento e che genera ansia e preoccupazione nel preoperatorio.

Si tratta tuttavia di una paura normale e comprensibile.

Negli anni la comunità’ medica ha compiuto numerosi passi in avanti.

Ad oggi, c’è molta attenzione alla corretta gestione del dolore per il quale esistono specifici protocolli.

Che cos’è il dolore?

Il dolore è una sensazione comune che conosciamo tutti. 

Ogni paziente può avvertire dolori di tipo e di intensità diversa, soprattutto nei primi giorni ed è per questo che esistono protocolli di terapia del dolore. 

Le variabili che influenzano il dolore post-operatorio sono molteplici: la sede di intervento, la tecnica chirurgica, l’età, il peso, il sesso, la presenza di preesistente dolore cronico e di malattie concomitanti ed, infine, il profilo psicologico. 

Rappresenta un’esperienza multidimensionale in cui confluiscono diversi fattori.

Parlando con i pazienti dell’intervento chirurgico, la prima cosa che spaventa e che porta a stati di ansia, è la paura di non conoscere l’intensità del dolore post operatorio, e come gestirlo nella maniera corretta.

Per questo studiare, comprendere e trovare una soluzione al dolore post operatorio è nei punti fondamentali di una chirurgia funzionale, dove bisogna muovere subito l’arto operato e si torna nell’immediato a camminare.

Come si riesce a fare in modo che la chirurgia provochi poco dolore? 

Informando il paziente e mettendolo a conoscenza dell’iter postoperatorio, discutendo la programmazione del dolore prima della chirurgia, con empatia verso le sue paure. 

Eseguendo la chirurgia nella maniera meno invasiva e dolorosa, con il rispetto dei tessuti in modo più attento possibile.

Parlando infine con i pazienti dopo l’operazione, per sentire come stanno e per essere sicuri che stiano seguendo le indicazioni nella maniera corretta, risolve gran parte dei problemi.

Il dolore con il Rapid Recovery

Esiste un protocollo della moderna chirurgia che rende possibile ridurre drasticamente il dolore e i tempi della degenza dopo un intervento di chirurgia protesica. 

E’ un protocollo relativo agli interventi di anca e ginocchio che consente al paziente un recupero decisamente rapido. 

Il metodo è definito “Rapid Recovery”. 

Il paziente viene sottoposto a chirurgia protesica e, attraverso un lavoro d’équipe multidisciplinare importante che coinvolge ortopedici, anestesisti, infermieri e fisioterapisti, si è in grado di portare il paziente ad essere autonomo, e ad avere un ricovero senza dolore in tempi particolarmente ridotti. 

Parliamo di una degenza che ha una durata media di 3-4 giorni. 

Il Rapid Recovery è quindi l’insieme di vari interventi studiati per assicurare un recupero veloce.

Il percorso è caratterizzato dall’assenza di catetere vescicale, punti sulla ferita chirurgica ed un programma medico e fisioterapico più snello ed estremamente efficace.

In sintesi, il Rapid Recovery garantisce:

  • Minor dolore;
  • Incisione chirurgica più piccola possibile;
  • Nessun punto cutaneo, ma colla, che non necessita di rimozione e garantisce confort;
  • Risparmio e rispetto dei tessuti molli circostanti;
  • Minor sanguinamento; 
  • Maggior autonomia fin da subito;
  • Nessun catetere vescicale.

Un programma fisioterapico prima della chirurgia mirato al rinforzo muscolare e allo stretching è discusso durante l’incontro, in cui sono descritte anche le modalità di preparazione dell’ambiente domestico dopo la dimissione.

L’ottimizzazione all’intervento avviene proprio durante la pre ospedalizzazione.

La dimissione

All’atto di dimissione, il percorso prevede:

  • Nessuna precauzione post operatoria, senza tutori, bendaggi, calze elastiche;
  • Inizio della riabilitazione poche ore dopo l’intervento con il movimento e qualche esercizio; 
  • Fisioterapia attiva gestita autonomamente dal paziente con supervisione; 
  • Controllo del dolore multimodale.

Gli obiettivi e le sfide vinte da questa moderna tecnica di intervento sono molteplici: il paziente ritorna subito a fare le scale e a camminare, ha un recupero rapido del movimento articolare, una degenza corta in ospedale, ma soprattutto una riduzione del dolore significativa.

Non si corrono rischi nel muovere il paziente subito dopo l’intervento?

Il paziente, dopo l’intervento, non deve essere considerato un malato, ma una persona guarita. 

Quando esce dalla sala operatoria ha un’articolazione completamente funzionante e, proprio per questo, deve poterla mettere in moto fin da subito. 

Qui entrano in gioco gli aspetti legati al dolore ed alcuni accorgimenti speciali: è grazie ad un lavoro importante multi professionale che la persona recupera la propria funzionalità molto velocemente. 

L’obiettivo è il benessere del paziente e farlo tornare già dopo pochi giorni a casa in grado di compiere azioni che riteneva impensabili, soddisfatto, autonomo e senza dolore.

Inoltre, questa tecnica ha portato risultati eccellenti evitando una serie di possibili complicanze post intervento e riducendo del 90% il numero delle trasfusioni.

Meno trasfusioni, vuol dire meno rischi di infezioni, trombosi, scompenso cardiaco, aritmie.

Le gestione del dolore nel passato, la vecchia gestione

Il passaggio dalla prolungata immobilizzazione del paziente degli anni ’70 ed ’80 alla mobilizzazione sempre più precoce di adesso, in cui il paziente viene stimolato sin dal giorno dopo l’intervento ad assumere ad iniziare il movimento, è un traguardo importante.

Il ricovero tradizionale è lungo e controproducente perché mette il paziente in una condizione che non è naturale. 

Nessuno è abituato a restare fermo nel letto troppo tempo, abbiamo tutti l’esigenza di muoverci. 

Restare sdraiati, alzarsi poco durante il giorno, sono situazioni che contrastano con la situazione ordinaria in cui una persona è spesso in movimento e svolge delle attività. 

Conseguenze ed effetti negativi di una cattiva gestione del dolore post operatorio.

Numerosi studi hanno segnalato l’importanza degli effetti di un non adeguato trattamento del dolore sul decorso post operatorio del paziente. 

Il dolore post operatorio infatti, se non adeguatamente trattato, può portare allo sviluppo di dolore cronico.

La gestione inadeguata, oltre a creare insoddisfazione nel paziente, può portare a conseguenze psicologiche e fisiologiche negative, causate dalle risposte infiammatorie endocrine e metaboliche, che possono ritardare il recupero e il ritorno alla vita quotidiana. 

La riduzione del dolore connesso all’atto chirurgico quindi, non solo migliora la sensazione di benessere, ma facilita una più rapida ripresa e riduce il rischio di alcune complicanze.

È proprio grazie al movimento che si riduce il dolore all’articolazione.

L’approccio con il Rapid Recovery lo puoi trovare con il Dr. Vanni Strigelli, specialista nell’intervento con tecniche sempre più evolute, che ti può aiutare a valutare la scelta migliore per il tuo problema.