L’operazione di protesi d’anca è un’operazione chirurgica piuttosto diffusa, tra quelle che registrano il maggior tasso di successo nei reparti di chirurgia ortopedica in Italia: una delle domande della maggior parte dei pazienti, è proprio come saranno i tempi di recupero dopo l’operazione.
Sempre più pazienti, infatti, ricorrono alla chirurgia protesica per intervenire in maniera definitiva sulle patologie articolari più invalidanti come l’artrosi degenerativa.
Il Dr. Vanni Strigelli ci aiuta a tracciare un quadro del tipo di pazienti per i quali si ricorre a questo trattamento, come si svolge l’intervento, i tempi di recupero e la durata della protesi.
Quando si ricorre più frequentemente all’operazione di protesi dell’anca?
Si ricorre più frequentemente alla chirurgia protesica al fallimento delle terapie conservative per l’artrosi dell’anca.
Farmaci antinfiammatori, crioterapia, cicli di fisioterapia, negli stadi avanzati di artrosi, risultano alla lunga inefficaci perché non risolvono la patologia e neppure interrompono il suo decorso, ma hanno soltanto una funzione palliativa.
Talvolta la protesi dell’anca può essere indicata in caso di fratture della testa del femore che non riescono a guarire oppure in seguito a patologie acute come la necrosi ossea.
Più raramente sono secondarie a patologie dell’infanzia che determinano un’alterazione della morfologia dell’anca ed un artrosi precoce.
L’osteonecrosi, ovvero la morte del tessuto osseo, può essere dovuta a traumi, a terapie a base di cortisone o a abuso di alcool ma anche particolari malattie metaboliche
Operazione all’anca, in cosa consiste l’intervento?
La procedura di protesi totale d’anca consiste nella sostituzione dell’articolazione lesionata con una protesi artificiale.
Negli ultimi dieci anni sono state messe a punto tecniche minimamente invasive che permettono di impiantare con successo le stesse protesi d’anca attraverso un’incisione di dimensioni minori, con i seguenti vantaggi:
- Minor danno chirurgico dei muscoli;
- La tecnica mini-invasiva diminuisce il dolore;
- Minor sanguinamento;
- Nessun punto di sutura;
- Ripristino rapido della mobilità;
- Un ritorno alla vita “normale” in tempi rapidi.
La buona riuscita della protesi all’anca non può prescindere, oltre che dall’impianto della protesi stesso, da un’adeguata riabilitazione.
Camminare è ciò che ti rende indipendente: recuperare la possibilità di camminare a lungo senza fastidi diventa la motivazione principale di chi decide di operarsi.
Con il metodo del Rapid Recovery non dovrai assolutamente smettere di camminare, perchè ti puoi alzare e fare i primi passi già dopo poche ore dall’intervento.
Le protesi moderne, infatti, hanno una stabilità ottima fin da subito: consentono di essere caricate con il 100% del peso, permettendo di riprendere a camminare senza dover aspettare.
Camminare è la migliore riabilitazione ed è terapeutica.
Il recupero completo dopo la protesi d’anca.
Non è soltanto il paziente responsabile della ripresa del cammino dopo una protesi di anca: per rimetterti in piedi, le tecniche chirurgiche sono fondamentali: mini invasività, ridotto sanguinamento, interventi brevi dolore ben controllato e protesi ben posizionata.
La durata del recupero dopo un intervento di protesi d’anca è variabile da persona a persona, ma è piuttosto breve.
Anche se tutti i pazienti beneficiano di un protocollo di recupero rapido, le condizioni di partenza possono influenzare la velocità di recupero: se prima dell’intervento il paziente è fortemente debilitato e non cammina, il recupero potrebbe essere più graduale, pazienti attivi recuperano rapidamente.
La prima fase prevede esercizi specifici mirati al recupero della mobilità e del tono muscolare associati a un parziale riposo.
Gli esercizi di stretching ti permettono di migliorare la flessibilità dei muscoli posteriori dell’anca, ridurre i traumi e prevenire infortuni.
Quelli per il rinforzo muscolare invece, per stabilizzare l’articolazione e stimolare la mobilità oltre a recuperare e mantenere una postura il più possibile corretta.
Per quanto riguarda l’attività sportiva, non esistono particolari controindicazioni, ma la parola d’ordine è cautela: sì ad una ripresa progressiva e con tempi diversi a seconda del tipo di attività.
Ci sono attività ideali per tornare a camminare con maggior facilità, ad esempio, gli esercizi in acqua, il nuoto e la bicicletta.
Devono essere sostituite la protesi dopo alcuni anni?
In linea di massimo no!
Le tecnologie impiegate e l’uso di materiali innovativi, fanno sì che oggi si stiano raggiungendo risultati prima impossibili in termini di stabilità della protesi, osteointegrazione, resistenza meccanica e durata nel tempo.
La realizzazione di materiali sempre più resistenti all’usura, è stato il campo dei miglioramenti più evidenti per garantire la durata degli impianti.
Così i pazienti non devono subire ulteriori interventi per sostituire la protesi con una nuova.
Grazie alle moderne tecniche chirurgiche, alle nuove tecnologie e alla riabilitazione, la durata delle protesi è stata accertata superiore ai 30 anni.
Se desideri contattarci per avere altre informazioni sui tempi di recupero dopo l’operazione all’anca, puoi scriverci nella pagina dei contatti.