L’intervento di protesi al ginocchio è uno dei grandi successi della chirurgia moderna grazie agli enormi passi fatti in avanti dalla medicina negli ultimi anni.
E’ infatti una delle procedure più affidabili e prevedibili che ha trasformato le vite di milioni di pazienti, permettendo loro di ritornare ad una vita attiva e di provare meno dolore.
Ma è pur sempre un intervento chirurgico, e come tale, non è immune da eventuali complicanze, anche se sono davvero rari e sporadici i casi.
I miglioramenti tecnologici e dei materiali hanno diminuito molto il deterioramento dell’impianto, mostrando che nel 90% dei casi a 10 anni dall’intervento le protesi rimangono ben funzionanti, e che più dell’80% fino a 20 anni.
La visita con l’ortopedico è la base per valutare la necessità della protesi di ginocchio: non tutti i pazienti necessitano di chirurgia e non tutti i dolori al ginocchio possono essere guariti dalla protesi.
Identificare un chirurgo specialista in protesi del ginocchio è la migliore garanzia di un buon risultato.
Chi necessita dell’intervento?
Nella maggior parte dei casi la protesi di ginocchio è impiantata in pazienti affetti da artrosi.
L’artrosi è una malattia degenerativa cronica caratterizzata da usura progressiva della cartilagine articolare.
Le persone che traggono beneficio dalla protesi hanno spesso:
- Dolore resistente alle terapie antidolorifiche;
- Dolore costante anche a riposo, con difficoltà a dormire di notte per il dolore;
- Difficoltà a stare in piedi per lunghi periodi e dolore a camminare;
- Inabilità a praticare le attività quotidiane come camminare o fare le scale;
- Difficoltà significativa ad alzarsi dalla posizione seduta;
- Mobilità articolare limitata;
- Limitato o nessun beneficio dalla fisioterapia, dai farmaci e dalle infiltrazioni.
Tutti i pazienti che hanno dolore cronico al ginocchio causato dall’artrosi possono beneficiare di una protesi.
Come si svolge l’intervento?
Ogni procedura è personalizzata in base ai bisogni del paziente e possono esserci grandi variazioni da caso a caso.
Solitamente, la procedura inizia con la somministrazione dell’anestesia spinale, e a volte la sedazione, per far sentire a suo agio il paziente.
Dopo di che, viene eseguita un’incisione chirurgica per l’accesso all’articolazione: si rimuove la cartilagine e l’osso danneggiato e si preparano i capi ossei all’impianto delle componenti protesiche, assicurandole all’osso in posizione corretta.
Il dolore fa parte delle complicanze della protesi al ginocchio?
Prima di sottoporsi all’intervento, è fondamentale comprendere alla perfezione tutte le informazioni relative all’intervento chirurgico, ai suoi rischi e alle sue complicanze.
Più del 90% delle persone che si sono sottoposte all’intervento, hanno verificato una notevole riduzione del dolore e un significativo miglioramento nelle attività quotidiane.
Ma l’eccessiva attività o il sovrappeso può accelerare l’usura della protesi fino a condurvi troppo presto all’intervento di sostituzione perché mobilizzata o diventata dolorosa.
La stragrande maggioranza dei pazienti riferisce un’esperienza eccellente soprattutto di sollievo dal dolore a seguito dell’intervento.
Quali sono le possibili complicanze della protesi al ginocchio?
Il tasso di complicanze a seguito di protesi totale del ginocchio è molto basso.
Anche se è raro, quando si verificano, queste complicazioni possono prolungare o limitare il pieno recupero.
Vediamo quali possono essere.
Mobilizzazione asettica
Le protesi articolari sono saldamente ancorate all’osso.
Una complicazione è chiamata mobilizzazione asettica, cioè senza infezione in atto, in cui le componenti protesiche si distaccano progressivamente dall’osso.
Anche se i materiali e le tecniche chirurgiche continuano a fare progressi, le superfici impiantate possono consumarsi: così facendo, le componenti possono allentarsi e mobilizzarsi.
Ciò può essere dovuto a errori di tecnica chirurgica, nella fase di cementazione degli impianti, o ad un posizionamento errato delle stesse componenti.
In questo caso, il paziente avverte dolore, gonfiore o instabilità, con una intensità che dipende dalla velocità con cui si sviluppa la complicazione, e possono essere percepiti anche rumori alla protesi.
Questa complicanza può rendere necessario un nuovo intervento di revisione della protesi.
Infezioni
L’infezione è una delle maggiori complicanze della chirurgia protesica del ginocchio.
Il rischio realistico di contrarre un’infezione con le tecniche chirurgiche e i regimi antibiotici attuali è di circa lo 0,5%.
Grazie anche a:
- Sterilizzazione certificata degli strumenti e dei ferri chirurgici;
- Flusso laminare dell’aria nel blocco operatorio;
- Caschi sterili autoventilati per gli operatori sanitari;
- Antibiotico-profilassi preoperatoria;
- Accurata disinfezione dell’arto dopo lavaggio con soluzione alcolica.
I sintomi di un’infezione dopo protesi di ginocchio sono vari: si può avere un semplice gonfiore al ginocchio, fino alla comparsa di una fistola in corrispondenza della cicatrice chirurgica; brividi, rossore, aumento del dolore in attività e anche a riposo, e la febbre può essere presente oppure o no.
Fondamentale è la tempistica con cui viene diagnosticata.
Qualsiasi infezione nel vostro corpo anche distante dal ginocchio, può diffondersi e arrivare sulla vostra protesi.
Se non curata, può essere richiesto un intervento di revisione.
Sanguinamento
A seguito di una protesi totale di ginocchio è possibile avere necessità di una trasfusione di sangue: il consenso viene fatto firmare preventivamente prima della chirurgia.
Con la tecnica del Rapid Recovery sono attuate molte strategie di prevenzione e meno del 5% dei pazienti necessitano di una trasfusione.
Le moderne banche del sangue applicano screening e controllo molto accurati sulle sacche di sangue e sono applicati protocolli rigidi anche nella somministrazione in reparto.
Gonfiore
Dopo qualsiasi intervento di protesi è previsto un gonfiore della gamba operata, talvolta associato a un ematoma intorno alla ferita chirurgica.
E’ normale nel decorso post-operatorio, ma spesso preoccupa i pazienti.
Per il primo mese, è opportuno alternare piccole passeggiate a periodi di riposo a letto con la gamba sollevata.
Per prevenire o diminuire il gonfiore è consigliabile:
- Stare a letto con due cuscini sotto il piede della gamba operata;
- Non rimanere seduti per più di 30 minuti di fila;
- Applicare la borsa del ghiaccio per 20 minuti più volte al giorno;
- Utilizzare, se indicate dal medico, le calze elasto-compressive.
Trombosi venosa
È possibile che si sviluppi una trombosi dell’arto inferiore, anche se con gli attuali protocolli perioperatori è una complicanza estremamente rara.
Le strategie preventive sono:
- Utilizzo di eparina dalla sera prima dell’intervento e continuata per circa 4 settimane;
- Visita angiologica con ecodoppler degli arti inferiori preoperatoria e postoperatoria;
- Calze elasto-compressive se indicate;
- Mobilizzazione precoce del paziente.
Molto spesso non provoca alcun sintomo, talvolta gonfiore, calore, indolenzimento e arrossamento della gamba colpita, a livello del polpaccio.
Una grave complicanza della trombosi venosa profonda è l’Embolia Polmonare, che si verifica quando un frammento del coagulo si stacca e raggiunge i polmoni: è una condizione molto grave che può mettere il paziente in pericolo di vita e che richiede un intervento medico immediato.
Anche se estremamente rare, per ultime, possono presentarsi lesione arteriosa, lesione nervose o fratture della rotula, della tibia o del femore.
Se vuoi scoprire invece, tutti i benefici di questo intervento, ti consiglio di leggere questo articolo.