Il trattamento dell’artrosi al ginocchio

Tutte le informazioni utili per il trattamento dell'artrosi al ginocchio, dai sintomi più comuni, all'intervento chirurgico, fino ai diversi materiali della protesi.

Pubblicato il 18/03/2020

Nello stadio iniziale l’artrosi può migliorare con la perdita di peso e la riabilitazione, mirata al rinforzo muscolare e allo stretching; è possibile utilizzare degli integratori per la cartilagine, gestire il dolore con ghiaccio e antiinfiammatori ed eseguire infiltrazioni di farmaci nell’articolazione.

Quando la malattia progredisce diventa impossibile praticare sport e vengono limitate le attività della vita quotidiana come camminare o fare le scale, inoltre il dolore può essere presente anche a riposo o durante la notte. Negli stati avanzati, sfortunatamente, i trattamenti conservativi non risultano efficaci e la chirurgia protesica è necessaria per risolvere i sintomi, togliere o alleviare significativamente il dolore e ridare movimento all’articolazione.
È consigliabile l’intervento quando nella radiografia è presente un artrosi grave con contatto osso su osso ed in presenza di qualsiasi dei seguenti sintomi:

  • Dolore resistente alle terapie antidolorifiche;
  • Dolore costante anche a riposo;
  • Difficoltà a stare in piedi per lunghi periodi;
  • Inabilità a praticare le attività quotidiane come camminare o fare le scale;
  • Dolore a camminare;
  • Nessun beneficio oppure beneficio limitato dalla fisioterapia e dai trattamenti conservativi.

PROTESI DI GINOCCHIO

Esistono diverse tipologie di protesi di ginocchio:

  • protesi totale di rivestimento;
  • protesi parziale o mono-compartimentale;
  • protesi da revisione.
  • La procedura chirurgica elimina la cartilagine e l’osso danneggiato che viene rimpiazzato con l’impianto protesico. Le protesi sono composte da vari materiali, titanio, polietilene, cromo, cobalto, e spesso viene usato del cemento per fissarle saldamente all’osso.

La scelta del tipo d’impianto varia da persona a persona; dipende dal tipo di artrosi dall’età del paziente e dal suo livello di attività ma anche dalla qualità dell’osso.

Normalmente durante l’intervento è rimossa una piccola quantità di osso dalla tibia, dal femore e dalla rotula eliminando cosi le strutture danneggiate e creando delle superfici ossee di buona qualità sulle quali posizionare l’impianto protesico.

La maggior parte dei legamenti e dei tendini sono lasciati al loro posto e permettono un movimento naturale del ginocchio.

PROTESI TOTALE DEL GINOCCHIO

La protesi è costituita da 4 componenti:

  1. Lo scudo femorale è in metallo, solitamente titanio, rivestito di leghe che diminuiscono l’attrito e l’usura durante il movimento. Una delle più comuni è il cormo-cobalto. Una volta posizionato avvolge la parte articolare del femore.
  2. La componente tibiale è in titanio e normalmente ha un piccolo stelo che entra per pochi centimetri nell’osso della tibia per aumentare la stabilità.
  3. Sulla componente tibiale è posizionato un inserto in polietilene, un materiale plastico di altissima resistenza che sviluppa pochissimo attrito durante il movimento della protesi.
  4. La componente rotulea è un bottone in polietilene che viene applicato sulla rotula quando anche quest’osso è danneggiato dall’artrosi o nei casi in cui l’articolazione è affetta da una malattia reumatologica.

I PASSAGGI DELL’INTERVENTO

Ogni procedura di protesi di ginocchio è personalizzata in base ai bisogni del paziente e possono esserci grandi variazioni da caso a caso. I passaggi generali della procedura includono:

  • Somministrare l’anestesia ed in accordo con il paziente una sedazione così che sia a suo agio durante l’intervento;
  • Eseguire l’incisione chirurgica davanti al ginocchio per accedere all’articolazione;
  • Rimuovere cartilagine e osso danneggiato e preparare i capi ossei all’impianto delle componenti protesiche;
  • Assicurare le componenti protesiche all’osso in posizione corretta;
  • Testare la nuova articolazione;
  • Chiusura dell’incisione.

PROTESI MONOCOMPARTIMENTALE O PARZIALE

In alcuni pazienti l’artrosi si sviluppa in una sola zona del ginocchio (comparto interno, comparto esterno, articolazione fra femore e rotula). In questi casi la protesi parziale può essere la soluzione migliore. Invece che protesizzare l’intero ginocchio i pazienti con un danno parziale possono essere sottoposti ad un intervento di protesi parziale che prevede uno stress chirurgico minore con minore perdita di sangue, minore dolore e ripresa funzionale più rapida. Inoltre la parte di articolazione sana viene salvata. Esistono protesi parziali per il comparto interno, per il comparto esterno e per la rotula. Le protesi mocompartimentali hanno componenti femorali e tibiali più piccole ma composte dagli stessi materiali; la tecnica chirurgica è simile ma prevede un’incisione più piccola.

PROTESI FEMORO-ROTULEA

Alcuni pazienti sviluppano un’artrosi selettiva della rotula e manifestano sintomi prevalentemente nei movimenti a ginocchio flesso, come alzarsi da una sedia o fare le scale. Una protesi di piccole dimensioni è stata sviluppata per risolvere questa condizione ed è chiamata protesi femoro-rotulea.

I MATERIALI NELLA PROTESI DI GINOCCHIO

Negli ultimi anni il design delle protesi ed il numero di taglie disponibili sono notevolmente aumentati permettendo una personalizzazione vera e propria della protesi di ginocchio. Il metallo più comunemente utilizzato è il titanio, rivestito da una lega di cromo-cobalto che ha mostrato ottima resistenza nel tempo. Il cromo-cobalto contiene nichel a cui certi pazienti possono essere allergici. Ancora non è chiaro se le allergie cutanee al nichel possono determinare complicanze articolari, sono comunque disponibili protesi senza nichel per i pazienti allergici. Il polietilene di ultima generazione è chiamato cross-linked ed è altamente resistente all’usura. Tipicamente la protesi di ginocchio è fissata all’osso con del cemento. Il cemento garantisce un immediato e solido ancoraggio ed ha una lunghissima durata nel tempo. In certi pazienti, come per esempio in pazienti giovani con buona qualità ossea, è possibile utilizzare delle protesi non cementate, composte di un materiale che si integra con l’osso.