Se per il dolore non puoi camminare e portare i tacchi, probabilmente sei affetta da alluce valgo, una patologia molto diffusa del piede che inizia, nella maggioranza dei casi, con la comparsa di una protuberanza verso la parte interna.
Chiunque può essere affetto da alluce valgo. Se sei donna, è ancora più probabile.
Non è solo un problema di natura estetica, ma una vera e propria patologia che può colpire chiunque e provocare problemi che vanno dal dolore intenso alla difficoltà di deambulazione.
Ma come si manifesta all’inizio? Quando è consigliato l’intervento chirurgico?
Ne parliamo approfonditamente in questo articolo.
Come si manifesta la patologia all’inizio?
L’alluce valgo è una deviazione dell’alluce verso le altre dita, che può svilupparsi per molteplici fattori:
- Predisposizione genetica;
- Malformazioni congenite;
- Traumi del piede;
- Sovrappeso, postura scorretta;
- Artrite;
- Patologie reumatiche o neuromuscolari.
Inizialmente si manifesta con una protuberanza della testa del primo metatarso e coinvolge l’intero avampiede.
Di solito il dolore è provocato dallo sfregamento con la calzatura.
Il fastidio che si prova all’inizio può diventare insopportabile con il passare del tempo e soprattutto con alcune calzature, le dita tendono a gonfiarsi se si cammina a lungo.
Oltre ad essere una patologia fastidiosa sia per il dolore che provoca, sia dal punto di vista estetico, il cattivo appoggio del piede può portare a veri squilibri posturali che possono essere all’origine di problemi a carico delle articolazioni soprastanti – caviglia, ginocchio, anca e colonna.
La sintomatologia può variare da persona a persona, ma in generale, i sintomi dell’alluce valgo possono essere sintetizzati in:
- Gonfiore o arrossamento;
- Rigonfiamento alla base dell’alluce;
- Ispessimento della pelle;
- Dolore persistente o intermittente;
- Capacità limitata nei movimenti dell’alluce,che meritano un approfondimento.
Se trascurato, tende progressivamente a peggiorare fino ad arrivare ad una limitazione dell’autonomia personale.
Chi viene colpito maggiormente?
La patologia dell’’alluce valgo interessa moltissime donne, soprattutto sopra i trent’anni, anche se il sesso maschile non ne è completamente esente.
Secondo le stime in Italia circa il 40% delle donne è affetto da alluce valgo, con un rapporto di 15:1 sugli uomini.
Impedisce di indossare le calzature desiderate, come i tacchi alti, e spesso provoca disagio e imbarazzo con quelle aperte, ad esempio con sandali e infradito.
Può insorgere a qualsiasi età, ma la fascia più colpita è quella compresa tra i 40 e i 60 anni; intorno ai 40/50 anni di età si registra il picco maggiore.
Quali sono gli esami diagnostici da effettuare?
Il percorso inizia con una prima visita diagnostica, in cui il medico raccoglie l’anamnesi, deputata alla ricostruzione della storia clinica del paziente.
Si indaga lo stile di vita, lo stato di salute complessivo, la storia clinica e i sintomi, per orientarsi fra le possibili diagnosi.
Si presta particolare attenzione alla severità dei sintomi e alla localizzazione del dolore.
Viene eseguito poi un esame obiettivo del piede, con l’osservazione diretta e test o manovre specifiche.
In questa fase, il medico osserva le modalità di appoggio dell’avampiede e del retropiede.
Anche le radiografie vengono eseguite mentre il paziente è in piedi, per consentire una valutazione sotto carico della patologia.
Dopo aver individuato con certezza la patologia e i pro e i contro dei diversi trattamenti lo specialista propone al paziente un piano terapeutico personalizzato in funzione dell’età, delle abitudini, dei desideri in termini di necessità sportive e lavorative.
Quando è consigliato l’intervento chirurgico?
Nel momento in cui le terapie conservative non portano più benefici, occorre procedere con l’intervento chirurgico.
La chirurgia è l’unica soluzione definitiva per risolvere e fare scomparire i sintomi associati.
La tecnica utilizzata con risultati più che soddisfacenti per il benessere del paziente è quella di intervenire con tecniche minimamente invasive mediante piccole frese di derivazione odontoiatrica, introdotte attraverso incisioni della cute di 2-3 millimetri.
Tutto ciò riduce i tempi chirurgici e il rischio di infezioni intra-operatorie grazie anche all’assenza di mezzi di sintesi come viti e placche.
E questo consente un recupero più rapido e meno doloroso e il ritorno alle abitudini quotidiane senza dolore.
Per questo risulta fondamentale intervenire all’inizio della patologia.
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Hai la possibilità di intraprendere un percorso sicuro, affidabile e competente, se anche tu soffri di alluce Valgo.